L’arte dell’intreccio è molto antica in Sardegna e la produzione molto varia, i cesti della tipologia in olivastro e canna venivano realizzati prevalentemente dai contadini e dai pescatori per l’utilizzo nella raccolta dei prodotti dei campi e del pescato, o dalle donne per portare in tavola la frutta o il pane, da cui deriva il nome sardo tradizionale “cost’e paneri”.
La crescita abbondante di canne in Sardegna ha favorito il diffondersi di questa forma di artigianato, le canne ripulite dallo strato più esterno, vengono tagliate in lunghe strisce flessibili e sottili, fatte asciugare per poterle conservare e, prima dell’intreccio, vengono immerse in acqua per renderle elastiche e malleabili. Così anche i rami più giovani e flessibili dell’olivastro, una volta decorticati e raccolti in fascine lunghe 1 – 1,5 metri, selezionati per grossezza e lunghezza, vengono affastellati e conservati, quindi reidratati e resi umidi prima dell’intreccio. La lavorazione è sempre artigianale e necessita di grande capacità e manualità. Il risultato è un cesto molto resistente sia all’acqua che al peso, prova e è che esistono tutt’ora cesti datati di oltre cent’anni, che vengono utilizzati negli arredi moderni così come in quelli più antichi sia a scopo decorativo che per il loro utilizzo tradizionale.